Phobya Touch 6: analisi strutturale
Un aspetto su cui si sono intensificati gli sforzi dei produttori è la potenza per singolo canale, in quanto diversi modelli sono capaci ormai di reggere addirittura 30W o più, ed appunto è questo il caso! Phobya ha pensato bene di potenziare quindi il wattaggio totale per singolo canale e si è raggiunta la soglia dichiarata dei 30W, certificati dal produttore. Indubbiamente è un valore molto elevato e quindi potete star certi che non ci sarà il minimo problema per la connessione di un elevatissimo numero di ventole per singolo canale, anche molto potenti. Potenzialmente, permetterà anche il collegamento di pompe per impianti a liquido.
Struttura anteriore e posteriore
Frontalmente c’è una struttura in alluminio anodizzato, che presenta una finitura davvero elevatissima in corrispondenza dei bordi interni dell’LCD; è molto elegante ed il logo Phobya, inciso al laser, dona un minimo di aggressività e peculiarità. Il modello però non presenta colorazioni differenziali o LED, e questo se vogliamo può essere un aspetto negativo, anche se all’atto pratico serve un controllo funzionale, non colorazioni esagerate. Data l’assenza di potenziometri, non ci sarà nessun problema con cabinet aventi paratie frontali richiudibili; vi facciamo notare qualche particolare della struttura, che denota una grande cura per i dettagli ed una lavorazione fine e precisa. Facciamo presente che il layout dello schermo è praticamente identico al modello Lamptron Touch, che abbiamo recensito a marzo 2011 (CLICCA). E’ interessante notare che l'interfaccia è del tutto simile, ragion per cui è lecito ipotizzare che la progettazione dei due LCD faccia riferimento ad un produttore comune. Esistono comunque importanti differenze, relative alla sezione di alimentazione, che ci sembra decisamente più curata nel modello Lamptron.
Questo fan controller permette di regolare i 6 canali mediante diversi sistemi:
- regolazione manuale in base agli RPM
- regolazione manuale in base alla tensione da applicare
- regolazione automatica in base alla temperatura
Nella parte posteriore troviamo invece una struttura in plastica dura, verniciato/a di nero, ma soprattutto l’elettronica dell’unità. E’ presente un singolo PCB di controllo e l’organizzazione delle componenti, per quanto pulita, è leggermente sfalsata in alcuni punti. Comunque sia nulla di sostanziale, ciò implica semplicemente che le saldature non sono perfettamente allineate (non è un problema funzionale ed è irrilevante ai fini pratici). I 6 canali di regolazione sfruttano una topologia switching mode, differente dalla comune tipologia utilizzata da molti fan controller di tipo LC Resonant con condensatori ed induttori. Notiamo infatti l'assenza di questi ultimi, in favore di un maggior numero di transistor: lo schema di funzionamento è simile a quello dei VRM delle schede madri, ma in questo caso il filtraggio è meno accurato e, ad una prima analisi sommaria, i componenti utilizzati non sembrano rispecchiare i 30W dichiarati. Nella parte frontale è innestato l’LCD touch screen; nella parte posteriore sinistra, in alto, troviamo il connettore relativo ai beep di allarme, che può essere attivato o disabilitato mediante dei semplici jumper.
Nella parte inferiore troviamo l’ingresso dell’alimentazione +12V, alla sua destra i sei ingressi per i sensori di temperatura ed infine in alto a destra troviamo gli ingressi per i singoli canali, a cui sono associati sei transistor B772 031; la struttura si differenzia di molto dal modello Lamptron Touch in quanto, in quest’ultimo, sono stati installati sei condensatori e relativi transistor. Nel Phobya non sono presenti dissipatori passivi evidenti, il che implica che la dissipazione è interamente passiva e relativa alle tolleranze delle singole componenti onboard; ciò potrebbe portarci a pensare che qualora si dovesse raggiungere il picco di consumo, potrebbe presentarsi un problema di overheating, però all’atto pratico raggiungere limiti tanto elevati, oltretutto per tutti e sei i canali, è francamente impossibile da verificarsi, ed è probabilmente questa la ragione dell’assenza di dissipatori di generose dimensioni. Inoltre la regolazione di tipo switching dovrebbe garantire una buona efficienza, anche se la tensione di uscita potrebbe risultare molto rumorosa. In altri casi abbiamo assistito all’installazione di dissipatori passivi, però probabilmente la tipologia delle componenti era diversa, tale da richiedere un intervento di dissipazione. In questo modello, parlando di condensatori, sono installati solamente unità certificate fino a 105°C. Questo è un parametro importante perché la vita di tali componenti si dimezza in base all’aumento della temperatura di ogni 10 gradi Celsius, sotto un normale carico di lavoro. Utilizzando modelli di condensatori capaci di gestire, senza il minimo problema anche 105° Celsius, la durata della loro vita potrebbe essere addirittura pari al quadruplo rispetto a modelli standard da 85 gradi Celsius. Questo fattore è uno dei più sponsorizzati nel campo dei sistemi di alimentazione, sia a livello di alimentatori che componenti elettroniche quali schede video, schede madri oppure in questo caso fan controller. Generalmente quindi ci si vanta della presenza di condensatori giapponesi nella propria unità, capaci appunto di sopportare temperature maggiori, e quindi prolungare la vita stessa del singolo modello in esame.
Lunghezza dei connettori, sleeving ed accessori
E’ presente un discreto numero di accessori, ma soprattutto una grande qualità degli stessi. I cavi sono interamente sleevati, è presente del termorestringente nella parte terminale ed i sensori di temperatura sono protetti con un cappuccio di plastica rigido. Il fan controller è racchiuso in una bustina antistatica. La lunghezza dei connettori è soddisfacente in quanto si attesta a 524mm mentre quella dei sensori di temperatura è maggiore, 725mm. Il connettore del molex di alimentazione è lungo 195mm. La presenza dello sleeving dei cavi è stato sempre un fattore atipico nei fan controller, anche se cominciamo finalmente a vedere che ci si sta muovendo nella giusta direzione. L’utilità dello sleeving è fin troppo spesso limitata solamente all’estetica nell’interno del cabinet, qualora si dovesse partecipare a contest particolari o competizioni dove l’impatto visivo è determinante. Dobbiamo precisare però che potrebbe tornare utile qualora ci fosse un elevato numero di cavi, e fosse necessario evitare problemi derivanti da tagli accidentali dovuti a paratie posteriori strette e taglienti. La presenza dello sleeving porta ad una maggiore sicurezza operativa, specialmente a tutti coloro i quali installano spesso componenti del genere.
Funzionalità e controllo
La parte posteriore del rheobus è ben organizzata, elementare data l’assenza di componenti ricercate e presenta una classica conformazione aperta, senza protezioni posteriori. Il controllo delle ventole, data la comoda interfaccia touch screen, risulta pratico, anche se non abbiamo una regolazione iper-fine, propria invece di altri modelli della concorrenza; comunque sia è un discorso relativo dato che è possibile selezionare velocità con scaglioni del 10%. Vi mostriamo ora delle fotografie dell’interfaccia grafica:
Senza dilungarci troppo nella descrizione, per la semplice ragione che è davvero immediato ed elementare, l’interfaccia grafica permette una gestione delle componenti mediante tre diverse finestre. Seguendo uno schema logico, vi mostriamo le funzionalità e le impostazioni, per la singola finestra.
Prima:
- accensione unità
Seconda
- aumento luminosità (pulsante a sinistra)
- selezione ventole (cliccare al centro)
- spegnimento unità (pulsante a destra)
Terza
- selezione Celsius e Fahrenheit (in alto a destra)
- selezione ventole (freccetta a sinistra e a destra, in basso)
- selezione velocità della ventola (barra al centro in basso)
- selezione impostazione automatica o manuale (in basso a sinistra)
- selezione Volt ed RPM (in alto a sinistra)
Quarta
- finestra di impostazione dei settaggi automatici
La prima presenta un unico pulsante laterale destro e permette l’accensione dell’unità, la seconda la selezione delle ventole e la terza è quella specifica alla singola ventola, dove verranno mostrati anche gli RPM, la temperatura del sensore annesso e l’impostazione manuale o automatica della ventola selezionata; la quarta finestra verrà attivata a partire dalla terza, tramite una pressione centrale sull’immagine della ventola. Facciamo presente che spegnendo l’unità, per far si che la luminosità sia quasi nulla, i settaggi vengono salvati automaticamente. In merito all’impostazione automatica della ventola, sappiate che nella terza finestra è necessario selezionare tra la modalità manuale (M) e la modalità automatica (A); cliccando su quest’ultima si imposta un valore pari al 60% degli RPM, automaticamente settato verso i 45 gradi centigradi. Per selezionare la modalità di controllo è necessario cliccare per tre secondi sulla ventola centrale; come viene chiaramente spiegato nella seconda pagina del manuale; per il settaggio vengono usati due parametri, la temperatura (A) e quello che viene definito output power rate (B) ovvero la potenza in uscita verso la ventola, ovvero il voltaggio complessivo. La freccetta a sinistra permetterà di diminuire il valore “A” (1 nel manuale), quella a destra di aumentarlo (3) mentre la barra centrale permetterà la regolazione di “B”(2); infine il pulsante 4 permetterà di tornare indietro nella terza finestra e salvare il parametro, pulsante che trovate in basso a destra. Quando verrà superata la soglia preimpostata, la ventola riceverà 12V, quindi girerà al massimo degli RPM.
Non è presente però la funzionalità “Start-Up Voltage”, propria ad esempio del modello Scythe Kaze Master II; con ventole silenziose aventi valori molto bassi potrebbe esserci qualche problemino all’avvio quindi consigliamo di selezionare le impostazioni relative ai 12V, via touch screen. E’ presente il controllo della temperatura, anche in base alla ventola ed è anche presente un allarme di over-heating.
Luminosità
Sebbene non siano presenti colorazioni diverse da quella mostrata in fotografia, che mostra l’unità con un colore bianco, il prodotto è molto luminoso e non ci saranno problemi di visibilità laterale. Facciamo presente che è possibile variarla, nella seconda finestra, tramite un pulsante laterale sinistro, che scomparirà qualora non venga utilizzato per oltre 6 secondi. Sarebbe stato carino se ci fosse stata una funzionalità RGB, magari controllata via software.